mercoledì 2 dicembre 2009

COMPROMESSO MONDADORI...


  Per ora Fininvest non pagherà, ma Cir ottiene una fideiussione che la soddisfa. Ecco le strategie

  di Antonella Mascali
  Tregua giudiziaria tra la Fininvest e la Cir: l’azienda di Berlusconi può continuare a non pagare i 750 milioni che deve alla società di Carlo De Ben-detti, per lo scippo della Mondadori. Il maxi risarcimento è stato stabilito dalla sentenza di condanna, emessa in primo grado, dal giudice del Tribunale civile di Milano, Raimondo Mesiano. Ieri, davanti alla Seconda Corte d’appello, la corazzata di avvocati e consulenti Fininvest, capitanata dall’ex giudice della Consulta, Romano Vaccarella, ha tirato fuori una proposta per non sborsare quei soldi, che non sono bruscolini neppure per Berlusconi. All’inizio dell’udienza, a porte chiuse, il presidente Luigi De Ruggiero ha chiesto alle parti di verificare se ci fossero le condizioni per un accordo sulla sospensiva dell’esecutività della pena e   la difesa Fininvest ha proposto la concessione di una fideiussione bancaria per l’intera somma, cioè di una garanzia per la Cir di riscuotere (in caso di conferma di condanna del Biscione) i soldi dovuti, compresi gli interessi. Pausa dell’udienza. L’altra corazzata di legali e periti, quella della Cir, con in testa gli avvocati Elisa Rubini e Vincenzo Roppo, sono usciti dall’aula senza dire una parola ai giornalisti che li assediavano, si sono infilati in un corridoio, hanno confabulato per una decina di minuti e sono rientrati. Hanno fatto sapere che in linea generale sono disposti a non avviare la procedura, laboriosa, per incassare il risarcimento, ma in cambio hanno chiesto certezza sulla brevità dei tempi di una sentenza nel merito della causa civile, cosa che ha detto di volere anche la difesa Fininvest. I giudici De Ruggiero, Walter Saresella e Cristina Pozzetti si   sono impegnati a pronunciarsi sulla conferma o meno della sentenza Mesiano, entro il 2010 e hanno già fissato per il 23 febbraio la prima udienza di merito. Se avessero dovuto seguire il calendario naturale delle cause assegnate alla Seconda Corte d’appello civile, quella Fininvest contro Cir sarebbe stata fissata nei primi mesi del 2012, cioè due anni dopo. Ma il 22 dicembre prossimo le parti torneranno davanti ai      giudici perché la Cir si è riservata di accettare questa intesa temporanea (come ha specificato in un comunicato), solo dopo aver letto il deposito e le modalità di fideiussione. Per la Fininvest, una sospensiva temporanea del risarcimento era stata decisa   il 27 ottobre scorso, dall’altro presidente di sezione, Giacomo Deodato, in vista dell’udienza di ieri. La soluzione tampone della fideiussione, però, non è piaciuta per nulla a Fedele Confalonieri. Il presidente di Mediaset   si è lamentato dopo un incontro all’Università Cattolica di Milano: “È una cosa che comunque sia danneggia la Fininvest, che non ha più la libertà che aveva prima sotto il profilo finanziario. La fideiussione è una garanzia e la garanzia costa, blocca la capacità di credito per quella cifra”. Per quanto riguarda le ripercussioni su Mediaset, Confalonieri ha detto che la questione è un po’ diversa “perché Fininvest possiede meno del 40 per cento. Comunque danneggia”. Ma il professor Vaccarella, al termine dell’udienza aveva spiegato, con toni forti, che la concessione della fideiussione è l’unico modo per “evitare uno spargimento di sangue, che non è utile in questo momento. A noi – ha concluso – interessa una decisione sollecita e questo interesse ce l’ha anche la Cir. La Corte è disponibile e preferiamo giocare a bocce ferme”.  

  Il presidente della III sezione della Corte d’Appello di Milano Silocchi legge la sentenza Mondadori: un anno e 6 mesi per Previti, Acampora e Pacifico e due anni e 8 mesi per l’ex giudice Metta (FOTO ANSA)



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