I SEGRETI DELLE TRAPPOLE FINANZIARIE .....
L’INCHIESTA
Dopo il clamore dello scandalo sollevato due anni fa da “Report”, la trasmissione di Milena Gabanelli che per prima sollevò il velo sul dramma finanziario degli enti locali strozzati dai derivati, da oggi è il momento di studiare le carte. Una montagna di carte. Perchè con la richiesta di rinvio a giudizio per truffa aggravata (a danno del comune di Milano) depositata ieri dal pm Alfredo Robledo, gli avvocati delle banche hanno finalmente modo di capire quale pista batterà la Procura lombarda per dimostrare l’esistenza di un danno, requisito necessario della truffa, legato alla vendita di prodotti complicati come i derivati. Inchieste come quella milanese sono infatti aperte in tutta Italia, da Firenze a Napoli, passando per Genova e perfino Acqui Terme. Ma nessuna è arrivata lontano come quella condotta da Robledo, perchè i derivati sono prodotti soggetti a continua negoziazione e non è sempre facile, per un inquirente, capire qual è la perdita esatta in un dato momento. E anzi, quale sia il momento per rilevarla. Capita poi che la perdita non emerga in tempi utili all’eserczio dell’azione penale,, magari perchè il contratto ha durata trentennale e questa emergerà solo a “sindaco morto”. Allora capita, come in Piemonte, che non ci sia danno emergente e quindi neppure reato. Per questa ragione, informalmente, molte Procure italiane si sono rivolte a Milano per uno scambio di vedute. E da oggi quella montagna di carte sfornata da Alfredo Robledo sarà disponibile anche ai colleghi più dubbiosi, esattamente come per gli avvocati delle quattro banche sotto accusa (Deutsche Telekom, Jp Morgan, Ubs e Depfa). Oltre alle persone giuridiche, sotto processo rischiano di finire anche i banchieri-venditori: Tommaso Zibordi e Carlo Arosio di Deutsche; Gaetano Bassolino (figlio di Antonio, presidente della Campania), Matteo Stassano e Alessandro Foti di Ubs; Antonia Creanza, Fulvio Molvetti, Francesco Rossi Ferrini e Simone Rondelli di JP Morgan; Marco Santarcangelo e William Marrone di Depfa. Sul fronte del compratore, invece, il rinvio a giudizio è stato chiesto per Giorgio Porta, ex direttore generale del Comune, e per Mauro Mauri, consulente esterno. Intanto una cosa va detta: da anni, quei derivati lì le banche inglesi non potevano più venderli ai propri enti locali. L’anello al naso ce l’avevamo solo noi. (Il Fatto Quotidiano)

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