lunedì 9 novembre 2009

Giustizia, Fini stoppa Berlusconi: "Più rispetto per gli altri poteri"....

8/11/2009  - IL NODO DELLA RIFORMA



Il presidente della Camera nello studio di "Che tempo che fa"




Il presidente della Camera si dice
contrario allo scudo salva premier:
«Clima da caserma, non firmerò».
E sulle riforme: «Siano condivise»

ROMA
Gianfranco Fini marca la propria distanza dall’impostazione che Berlusconi dà alla propria investitura popolare, e soprattutto manifesta la propria contrarietà al nuovo «scudo» per Berlusconi a cui sta lavorando Niccolò Ghedini, vale a dire alla legge che sostanzialmente accorcia i tempi di prescrizione dei reati. Intervistato da Fabio Fazio a «Che tempo che fa», Fini ha sollevato anche dei dubbi sulla reale indipendenza degli attacchi di Vittorio Feltri dallo stesso Berlusconi.

Il presidente della Camera è partito proprio dalla nuova bordata del direttore de «il Giornale», che in un articolo ultimativo, preannuncia che in settimana Berlusconi chiederà a tutti i parlamentari del Pdl di firmare un documento in cui si impegna a votare una legge «scudo» per proteggerlo dai nuovi processi. «Gli autografi si chiedono a Sting non ai deputati», ha detto riferendosi al cantante inglese anch’egli ospite di Fazio. «Il presidente della Camera come tale, poi - ha aggiunto - non firma nulla. I deputati si regolano loro».

Su Feltri, Fini ha prima stemperato la polemica («sono convinto che le volontà che Feltri attribuisce a Berlusconi non sono tali»), salvo poi mettere i puntini sulle i: «Berlusconi sa per certo che Feltri quando spara a palle incatenate nel campo amico danneggia in primo luogo il premier stesso. Il fatto è che lui è l’editore, e questo è quello che non mi quadra». Il problema rimane sempre lo stesso, e cioè il modo in cui Berlusconi intende il Pdl e la sua leadership, «che non può essere una monarchia». «Il Pdl così come è organizzato non mi seduce al 100% - ha detto Fini - Non mi piace la caserma. Vorrei che ci fosse un pò più di rispetto delle opinioni degli altri, anche se queste dovessero apparire eretiche».

La questione poi riguarda non solo l’autorità di Berlusconi nel centrodestra, ma anche nel Paese come Presidente del Consiglio: «Berlusconi ha diritto di governare - ha osservato - glielo hanno dato gli elettori. E deve governare nel pieno rispetto di altri organismi previsti dalla Costituzione», vale a dire «della Corte costituzionale, del Parlamento, del Presidente della Repubblica e della Magistratura».

Inevitabilmente il discorso cade sulla giustizia e sul nuovo «scudo» a cui Ghedini sta lavorando: «è giusto discutere di ciò che nella giustizia non va, compreso l’abnorme lunghezza dei processi», ma questo non significa adottare la strada della cosiddetta prescrizione breve: «Il problema è dare al cittadino danneggiato il diritto di veder tutelata la propria volontà di arrivare a una sentenza. Se con una leggina - ha concluso - si annullano processi, il cittadino che ha già pagato l’avvocato, che si è imbarcato in un processo, quel cittadino si arrabbia». L’ultimo distinguo è sulle candidature per le regionali: alcune di esse «sono inopportune», spiega Fini, anche «se hanno un sacco di votì» perchè questi a volte dipendono «da poteri che non sono trasparenti». Un altolà a Cosentino in Campania, anche se Fini non lo nomina. (La Stampa-Torino)

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Nulla da commentere sulle parole di Fini, in fondo è quello che pensano il quasi 50% degli italiani.
Ma, vi è sempre un ma..non si deve dimenticare che Fini è, e resta, a far parte della coalizione berlusconiana.
Se crede davvero alle parole che dice, mi domando come faccia a restare nel PdL. Quale gioco sta portando avanti..? (stanno portando avanti). Proprio per questa ragione, che non è chiara per niente, non ci resta altro che dubitare. Fidarsi è bene, non fidarsi meglio..dicono in Germania. E hanno tanta ragione.
  Masaghepensu
(Ma se ci penso)
 

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