lunedì 30 novembre 2009

A DOMANDA RISPONDO IN MEMORIA DELL’ANTIBERLUSCONISMO...

  Furio Colombo
   
Caro Colombo, ancora una volta si risente il vecchio invito: “Abbassare i toni”. Questa volta lo dicono Nicola Mancino, vicepresidente del Csm – dunque una raccomandazione ai giudici – e Renato Schifani, presidente del Senato e, Dio non voglia, seconda carica dello Stato. Dunque una ammonizione a tutti gli italiani. Prima domanda: che cosa vuole dire, visto che in giro non c’è nessuno che grida? Seconda domanda: come si realizza il capolavoro che riesce sempre a far dire la stessa sorprendente frase da uno di qua e uno di là, purché siano voci autorevoli?      Salvatore 


RISPOSTA alla prima domanda. La frase “adesso abbassiamo i toni” ha un significato molto diverso. Detta “di qua” (che vuol dire cultura estranea alla maggioranza governativa), vuol dire scegliere come strumento di opposizione, o comunque di differenziazione, la pazienza piuttosto che la resistenza. E’ una scelta legittima, ormai radicata nei quindici anni di egemonia berlusconiana, ma, occorre dire, una scelta sempre perdente. Tu taci. I cittadini non ti notano, e non ti votano. Essi governano. Detto “di là” (dalla parte della maggioranza di potere) significa “ragazzini lasciateci lavorare. Noi siamo i migliori, perché qualcuno dovrebbe farci perdere tempo?”. Come si vede, quando la raccomandazione è comune, i toni bassi sono una invocazione che deprime l’opposizione e dà autorevolezza a chi governa. Le frasi sono identiche ma il significato è opposto. E’ utile a una parte sola. Risposta alla seconda domanda.   “Abbassare i toni” è un ammonimento unicamente italiano, che non potreste ascoltare in alcun altro paese democratico. Se andate a verificare, simili raccomandazioni erano estranee anche alla vita politica italiana prima di Berlusconi. L’espressione “legge truffa” nata nei primi anni Cinquanta per definire, con estrema energia, una sgradita ma legittima proposta elettorale del governo di allora, non ha indotto nessuno a invocare toni bassi. L’invenzione dei toni bassi risale al Berlusconismo. Sono stati subito catalogati come “toni troppo alti” e poi “eversivi” e poi “criminogeni” e poi “omicidi” e poi “terroristici” tutti gli argomenti sollevati contro il discusso primo ministro (che pure si è sempre espresso a voce molto alta), persino quando erano presi dalle carte giudiziarie, dalla stampa internazionale o da dichiarazioni, ripetute alla lettera, dello stesso primo ministro. Il fatto è che il sistema politico Berlusconi non è una ideologia, non è un sistema di idee o una visione del mondo. E’ esclusivamente la persona, la vita, le avventure e gli affari di Silvio Berlusconi. L’uomo di Arcore è cosciente della sua vulnerabilità, che è documentata e certificata in molte inchieste e tribunali, perciò ha inventato, come male   intollerabile e inaccettabile, l’antiberlusconismo. E’ una bieca macchina fondata sul complotto giudiziario. E il gossip giornalistico. Per non si sa quale decisione, l’opposizione italiana, in tutte le sue incarnazioni, ha condiviso un sincero orrore per l’antiberlusconismo. Evitando di toccare il cuore del problema, purtroppo, continua a perdere.    Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Orazio n. 10  lettere@ilfattoquotidiano.it  

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