In quel tempo Silvio aveva portato la sua parola al popolo già da molto tempo; ma il declino si stava avvicinando. Cosicché mentre un giorno stava pregando nell’orto dei Getzemani, dal solito delegato del ministero delle finanze giunse il fatidico tradimento, ma fondamentalmente se lo aspettava: Giuda FOLLINI, l’ex democristiano, non l’aveva mai potuto vedere. Fu così portato davanti al Giudice Ponzio DI PIETRO Pilato, che invece di lavarsi le mani si accanì talmente tanto sull’imputato, che Berlusconi si vide costretto a chiedere il trasferimento del Processo da Gerusalemme a Brescia; ma invano, i soliti giudici comunisti della Cassazione, appartenenti alla corrente di Magistratura Democratica, respinsero l’istanza. Così il popolo si trovò a dover scegliere tra liberare Berlusconi o Totti. Fu fatta una gara di barzellette, a un certo punto sembrava che il Cavaliere avesse preso il sopravvento con la Barzelletta del risanamento dei conti pubblici del suo governo, promettendo persino di togliere l’ICI alle baracche degli israeliani, ma Totti, con una magistrale punizione dal limite dell’area, incantò la popolazione che scelse di liberare lui. Berlusconi fu quindi condannato a subire una settimana di lezioni scolastiche con la nuova riforma Moratti sulla scuola, e a dovere fare quattro giorni di lavoro da precario a Mirafiori, obbligandolo ad iscriversi alla CGIL. Berlusconi si rifiutò proferendo: “piuttosto mi immolo sul calvario, maledetti comunisti!!!” Così Berlusconi fu spogliato di tutte le sue cariche, e cominciò la sua personalissima via crucis. Alla prima stazione incontrò Fini, che da poco convertitosi all’ebraismo, ne prese le distanze, fingendo di non conoscerlo. Alla seconda stazione Casini si avvicinò, ma forte del sue 6%, si rifiutò di dargli l’appoggio esterno. Alla terza stazione Berlusconi cadde per la prima volta, gli si avvicinò così Bossi, ma col cazzo che gli diede una mano!!! Alla quarta stazione il Cavaliere incontrò i giocatori del Milan, i quali, dovendo preparare la rincorsa scudetto alla Juventus, non potevano aiutarlo poiché già in ritiro. Alla quinta stazione a Berlusconi, già in crisi mistica, parve di vedere il Falso in Bilancio, il quale gli riferì:” sei la cosa più falsa che esista, anche di me, finirai all’inferno”. Ma il Cavaliere non voleva rassegnarsi e chiese di cambiare la Costituzione, invano; voleva ridurre le stazioni della via crucis a 6, visto che era già a 4 due potevano essergli tolte per prescrizione, ma il Magistrato che doveva giudicare era VIOLANTE. Nelle stazioni successive Berlusconi incontrò di tutto e di più: D’ALEMA, CIAMPI, LETTA, PUTIN, BLAIR, BONDI, SCHIFANI; gli ultimi due gridarono al complotto sovietico e si opposero alle rogatorie da Nazareth sui conti del Cavaliere; ma si trovarono di fronte quel Comunista di CASELLI e furono condannati a due letture quotidiane del libretto rosso di Mao per i successivi 30 anni. Oramai la sorte di Berlusconi era segnata e si ritrovò in cima al suo Calvario. Provò persino a comprarlo, intestando il tutto a un prestanome. Ma dalla parte opposta la scalata di Unipol era stata più veloce e con un’OPA avevano già acquisito tutto. La croce fu issata ma Berlusconi si rifiutò di salirvi, in quanto i lavori per l’installazione della stessa erano stati appaltati alle Cooperative Rosse. Alla fine, convinto anche dalla moglie Veronica Lario che non vedeva l’ora di liberarsene, salì sul suo ultimo trono. Guardando al cielo riuscì a proferire le sue ultime parole: “non vi libererete così facilmente di me, maledetti comunisti mangiabambini, vedrete che troverò il modo di tornare, fra qualche giorno…” Alché il Giudice Di Pietro ricordò al Cavaliere che tutte le sue leggi sulla giustizia sarebbero state cancellate. Berlusconi trovò l’ultima forza per dire: “i soliti comunisti che stravolgono le mie parole, non l’ho mai detto” |
Nessun commento:
Posta un commento
Benvenuti..