lunedì 30 marzo 2009

Con il serpente non si gioca.

30 Marzo 2009


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Il governo non si sta occupando dei problemi reali del Paese. In un momento di grande difficoltà si prodiga in inutili auto celebrazioni senza mai perdere di vista l'unico reale obiettivo: il potere.

I cittadini italiani assistono in una sorta di torpore ipnotico alimentato da giornali e televisioni nelle mani di un piduista. L'opposizione del PD non deve tentennare attratta dai banchetti dell'inciucio che si sono già dimostrati fallimentari in passato. L'Italia dei Valori non cederà al diritto di poter rivendicare un futuro diverso e di sviluppo credibile per questo Paese.


Riporto una mia intervista apparsa oggi su La Repubblica.

La Repubblica: Ha visto Berlusconi? È tornato a suonare la carica contro i “comunisti”...
Antonio Di Pietro: «Il muro di Berlino è caduto nell’89 e non mi pare che in Europa si ripropongano regimi comunisti. Berlusconi cerca di spostare l’attenzione dalla crisi con un uso strumentale della storia».

La Repubblica: Al congresso del Pdl Gianfranco Fini invita maggioranza e opposizione ad aprire una “grande stagione costituente”. Lei ci sta?
Antonio Di Pietro: «Fini predica bene e razzola male. Io sarei anche d’accordo con quello che dice, ma perché da presidente della Camera, con il potere che ha di fissare l’ordine del giorno, ci tiene impegnati da un anno su provvedimenti la cui urgenza è tutta da dimostrare? E’ la solita furbata, il Parlamento si occupi piuttosto della crisi economica e del lavoro».

La Repubblica: Non c’è bisogno di riformare la Costituzione?
Antonio Di Pietro: «Berlusconi ci ha inchiodato in Parlamento a parlare di lodo Alfano, di intercettazioni, di legge bavaglio, spostando sempre l’attenzione dalle vere emergenze che interessano gli italiani. Adesso pensa di tenere bloccato il Parlamento su una riforma a suo uso e consumo, mentre la Costituzione andrebbe soltanto applicata».

La Repubblica: Berlusconi si lamenta del fatto che può solo fissare l’ordine del giorno del Consiglio dei ministri e vorrebbe aumentare i poteri del premier. Che ne pensa?
Antonio Di Pietro: «Quel che ha proposto Berlusconi era già scritto nel piano Rinascita di Licio Gelli. Dopo il controllo dell’informazione, l’attacco all’indipendenza della magistratura, l’indebolimento del sindacato, ecco il potere assoluto, ultimo tassello per il compimento del piano della P2, a cui Berlusconi era affiliato. Ci sono tutti i motivi per provare a liberarci di lui finché siamo in tempo».

La Repubblica: Liberarsi di Berlusconi? Che intende?
Antonio Di Pietro: «In politica ci sono soltanto due modi. Uno è con la Bastiglia, ma è un modo inaccettabile. L’unica soluzione che resta è quella dell’informazione continua all’opinione pubblica per non lasciarsi trarre in inganno».

La Repubblica: Il Pd non dovrebbe sedersi al tavolo della riforma costituzionale?
Antonio Di Pietro: «Non bisogna cadere nel trabocchetto del ritorno agli inciuci, alle bicamerali. Qualsiasi riforma, finché c’è Berlusconi al potere, verrà usata per raggiungere fini illeciti. Al Pd ricordo che con il serpente non si gioca, perché prima o poi quello ti morde e ti uccide».

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