domenica 22 novembre 2009

Manine e manone....

    21/11/2009 

La questione è semplice. Se si mettono in vendita i beni sequestrati alla mafia, come questo governo vorrebbe per fare cassa e speriamo solo per questo, è davvero molto probabile che sia la mafia stessa a ricomprarseli. In qualche caso è certo, come racconta Maria Zegarelli nella lunga e documentata inchiesta a cui dedichiamo oggi la copertina e le prime pagine del giornale. Certo, è probabile che altri argomenti risultino più popolari: le sempre nuove rivelazioni di escort e di trans che vanno ormai in tv anche di domenica pomeriggio a rivelare i gusti sessuali degli potenti, ma a noi fin dal principio - lo ricorderete - ci è sembrato interessante chiederci chi e perché stesse lavorando nell'ombra dei ricatti: quali interessi, quali poteri, quali legami criminali ci fossero dietro l'ultima delle orrende storie italiane, quella che ora finisce con la morte (la seconda morte) di una delle comparse: il pusher, la trans. Anche stamani vi parliamo di questo: cosa nascondano quelle morti. Perché sono tante le mafie, non sono Cosa nostra. Emanuela Orlandi fu uccisa dalla banda della Magliana che rivoleva indietro i soldi prestati al Vaticano, sappiamo adesso. Sarà così? Quante altre manine e manone, quanti papelli, quanti pentiti servono ancora per avere a distanza di dieci e vent'anni uno spiraglio di luce su quel che è accaduto? E quanto tempo ci vorrà per capire qual che sta accadendo adesso, sotto i nostri occhi? Bisogna insistere, ogni giorno ripetere daccapo: la vita politica è sotto scacco, lo scriviamo da settimane e da mesi, in attesa delle rivelazioni di un pentito che potrebbe riannodare il filo delle indagini interrotte negli anni Novanta, le "vecchie storie" di cui parla il premier, i legami diretti tra la politica e la criminalità organizzata. Vedete che in grande scala o in scala ridotta sempre a questo si torna.

Dunque che segnale è, in un clima così, restituire a chi ha i denari e il potere per comprarli i beni sequestrati dopo anni di indagini e sentenze? Chiaro, no? Chiarissimo soprattutto per chi in quei luoghi vive e lavora, per chi prova a resistere. Don Ciotti batterà all'asta simbolicamente quei beni, su Libera è attiva una raccolta di firme. Ma si sa che gli appelli, ormai frequentissimi in questi disgraziato paese, da soli non bastano. Serve la politica, l'azione politica. Ecco che acquista un senso grande, dunque, l'interrogazione parlamentare firmata da politici di sinistra e di destra con l'eccezione della Lega (Walter Veltroni, il finiano Fabio Granata, Ferdinando Adornato dell'Udc, Leoluca Orlando dell'Idv, Angela Napoli, Pdl) che chiede conto di quel che stiamo dicendo: a chi giova? Così come rilevantissima è la raccolta di firme che in queste ore sta portando avanti Laura Garavini per far sottoscrivere anche ai deputati della maggioranza un emendamento soppressivo di quello votato al Senato: l'obiettivo è creare una convergenza per affossare l'emendamento-vergogna presentato da Saia. Non sarà facile ma è fondamentale averlo fatto, provare a farlo. Che si sappia che qualcuno lo sta facendo, che gli italiani siano informati. E che poi si tiri una riga e si dica chi sta con le mafie e chi contro: i nomi e i cognomi, adesso.
 Masaghepensu
(Ma se ci penso)

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