domenica 1 novembre 2009

L'omicidio di Stato di Stefano Cucchi...

ITAGLIA......














Il buco nero che all’alba del 22 ottobre ha inghiottito Stefano Cucchi si era aperto sotto ai suoi piedi una settimana prima, la notte fra il 15 e il 16 ottobre. Dopo l’arresto per spaccio di stupefacenti al parco degli Acquedotti di Roma (22 circa) e dopo la perquisizione eseguita dai carabinieri in casa dei genitori in via Ciro da Urbino 55 (01:00 circa). Perché, come sembra ormai evidente, è fra il momento in cui Cucchi viene chiuso in una cella di sicurezza della caserma di via degli Armenti a Tor Sapienza (ore 02:00) e quando fa il suo ingresso a palazzo di giustizia (poco prima delle 12) che va ricercato l’inizio della sua fine. Perché se, come raccontano i genitori, Stefano era tranquillo e sano al momento della perquisizione, è altrettanto vero che quei segni sul viso erano già presenti al mattino dopo quando il ragazzo è arrivato in tribunale per il processo per direttissima. Li hanno visti i suoi familiari («era molto gonfio in faccia, aveva gli occhi neri», racconta il padre) e li ha visti anche il medico del palazzo di giustizia che, infatti, nel primo pomeriggio del 16, mette a referto le «lesioni ecchidomiche bilaterali in regione palpebrale inferiore» e le «lesioni alla regione sacrale». Segni e lesioni che non erano stati ravvisati dal personale del 118, chiamato dai carabinieri della caserma di Tor Sapienza poco prima delle 5. Ma, a guardare le foto fatte al momento dell’ingresso in carcere alle 15:45 del giorno 16 ottobre, cioè poco più di dieci ore dopo (e che ieri sono state mostrate per la prima volta) le lesioni appaiono evidenti. Tanto che dopo la visita di rito (ore 16:00) il medico di guardia dispose il trasferimento al «Fatebenefratelli» segnalando le «tumefazioni» e parlando di «algia della deambulazione». Dal canto suo, invece, la direzione del carcere inviò una relazione alla polizia giudiziaria per spiegare la situazione. Quando i sanitari dell’ospedale sull’isola Tiberina visitano Stefano (l’arrivo è delle 20:00) la situazione però è ben più grave. Nel referto firmato dal dottor Cesare Calderini si parla di «evidente impossibilità di stazione eretta e deambulazione» a causa di una «frattura vertebrale». Ai medici Stefano spiega di essersela procurata scivolando il giorno prima verso le 23. È una bugia, probabilmente dettata dalla paura. A quell’ora, infatti, era già stato arrestato, riportato nella casa dei genitori per la perquisizione, e ancora stava bene.

Quando rientra a Regina Coeli dopo la visita al Fatebenefratelli, come hanno raccontato ieri i dirigenti del carcere al senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, Cucchi non riesce più a camminare e viene accompagnato alla cella numero 6 con una sedia a rotelle. «Si è lamentato tutta la notte - hanno spiegato i compagni di cella - Ha provato a fumare ma non è stato in grado; al mattino non si reggeva in piedi e non riusciva nemmeno a tirarsi su dalla branda». Cucchi in mattinata viene di nuovo portato al «Fatebenefratelli» e poi al «Pertini». Ne uscirà cadavere il 22 ottobre. «Ora quanto successo in carcere ci è chiaro - ha spiegato ieri Stefano Pedica - e noi andremo avanti con le nostre indagini per scoprire la verità su questa vicenda». Qualcosa in più lo diranno i referti medici del «Pertini» (che ieri i Nas hanno sequestrato su ordine di Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario) e gli esame dei quattro medici legali nominati dal pm Vincenzo Barba. Che nei prossimi giorni, è la convinzione di molti in procura, potrebbe iscrivere nel registro degli indagati i nomi dei carabinieri che hanno custodito Cucchi la notte dell’arresto. Al momento è già aperto un fascicolo per «omicidio preterintenzionale» a carico di ignoti. Ieri intanto sono stati ascoltati i medici del 118 che visitarono Cucchi nella caserma dei carabinieri di Tor Sapienza: al pm Barba hanno confermato che il ragazzo aveva avuto problemi di epilessia e aveva rifiutato le cure e il ricovero.

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01 novembre 2009
(L'Unità)
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Nell'Italia dei misteri è sempre difficile scoprire la Verità. Si sarà fatto male da solo ? Avrà visto cosa/e che non doveva vedere? Avrà riconosciuto persone (una o più) che non volevano essere riconosciute? Tante, troppe le domande. Gli inquirenti avranno molto da cercare e, speriamo, siano persone Oneste......
  Masaghepensu
(Ma se ci penso)

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