sabato 14 novembre 2009

La carta igienica preoccupa il ministro Prestigiacomo....

Dalla nomina di commissioni, poi annullate dal Tar, alle decisioni “bizzare” sul colore della cellulosa: storia di una parlamentare in carriera

  di Sandra Amurri  (Il Fatto Quotidiano)
 
Stefania Prestigiacomo la ministra che una ne fa e due ne sbaglia, appena insediata ha mandato a casa la commissione superqualificata Ippc, nominata da Prodi, che in meno di un anno aveva chiuso 78 istruttorie. La nuova commissione è presieduta dall’ingegnere Dario Ticali, trentatré anni, siciliano, ricercatore all’Università privata Kore   di Enna, con pubblicazioni sul comportamento delle pavimentazioni stradali. Come primo atto, quest’ultimo, ha scelto da referente per la questione più spinosa – l’istruttoria per l’Aia all’Ilva di Taranto –, l’ingegnere Bonaventura Lamacchia (con un curriculum giudiziario di tutto rispetto) costretto a sostituirlo successivamente, dopo la denuncia dell’autrice di questo articolo sull’Espresso. Tra i candidati c’era anche la giurista Cinzia Albertazzi, dirigente Enel, azienda in attesa di almeno 50 Aia, in quanto l’Ippc è la commissione che attraverso l’autorizzazione integrata ambientale decide il destino delle 200 più grandi aziende italiane, tra cui l’Ilva e l’Eni, che si occupa dei limiti alle emissioni di gas serra in base al protocollo di Kyoto, e di quelle di biossido di carbonio previste dal pacchetto “clima-energia”   del Consiglio d’Europa. Il Tar del Lazio con una sentenza durissima ha annullato il decreto e ha ordinato il reintegro, entro 45 giorni, della vecchia commissione, annullando gli eventuali provvedimenti assunti e obbligando al pagamento del compenso ai membri rimossi illegalmente. Conclusione: stipendi per 46 membri di due commissioni. Senza contare i danni arrecati ai cittadini di Taranto, costretti ad ammalarsi e a morire per lavorare, visto che per i prossimi anni non verranno fissati i criteri e i limiti di emissione per l’Ilva in quanto le istruttorie iniziate dalla vecchia commissione sono state annullate dalla nuova commissione con grande gioia del patron dell’Ilva, Emilio Riva uno dei salvatori dell’Alitalia. Inoltre la Prestigiacomo, che alla legge antidiossina della regione Puglia che fissa il limite consentito di   emissione a 0,4 ng/Nmcche, si è opposta minacciando di ricorrere alla Corte Costituzionale, è stata sconfessata dal sottosegretario Letta che ha confermato il limite della regione Puglia. A gennaio, invece, la ministra sotto la spinta estetica, con un ordine di servizio ha comunicato che il ministero dell’Ambiente, promotore degli acquisti verdi per la Pubblica amministrazione, non si servirà più di carta riciclata bensì di carta 100 per cento cellulosa, spiegando ai sindacalisti attoniti: “È grigia me ne vergogno”, mentre aggiungeva che non si sarebbe fatta intimorire dalle loro spiritosaggini. Ma quando ha annusato che l’incredibile notizia sarebbe trapelata ha cambiato idea con grande rammarico, visto che, lei la carta l’avrebbe preferita firmata Hermes, negozio dove durante una missione a Parigi si è recata... allo   shopping non si comanda, costringendo il suo omologo francese ad attenderla fino alle 15 per il pranzo in ambasciata. L’archivio delle sue perfomance racconta inoltre che alla richiesta del sindacato di istituire un asilo interno ha risposto: “Ma c’è già, no?”. E dov’è? “Nella stanza accanto”. Quella che aveva fatto ristrutturare trasformandola in nursery per il figlio della sua segretaria personale, mandando un’auto di servizio per portare a casa la babysitter filippina che passeggiava con la carrozzina per i corridoi del ministero. Altra performance: senza avvisare, la ministra non si è recata al convegno “aree marine protette e nautica di diporto” al salone di Genova per presentarsi però la settimana successiva per acquistare un gommone, non per il ministero utile in caso di alluvione, ma per sé.
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A questi personaggi gli italiani hanno affidato il compito di governare il "  Bel Paese"   . La cattiva educazione è divenuta prassi normale nel dirigere il Paese. Se poi si irrita qualcuno, peggio per Lui. Ora ne è venuto a conoscenza. Damit basta, punto e a capo.
 Maseghepensu
(Ma se ci penso)

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