giovedì 12 novembre 2009

Contatti con i casalesi, alla Camera la richiesta d'arresto per Cosentino....

ITAGLIA.....
di Massimiliano Amato












Fateci arrestare Nicola “’o ’mericano”. La richiesta del gip napoletano Raffaele Piccirillo, inoltrata al Presidente della Camera Gianfranco Fini, rappresenta con ogni probabilità la pietra tombale sulle aspirazioni di Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia con delega al Tesoro, coordinatore campano del Pdl e candidato in pectore del centrodestra alla presidenza della Regione Campania. Concorso esterno in associazione mafiosa: secondo i pm della Procura antimafia di Napoli Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, il politico di Casal di Principe avrebbe avuto, dagli esordi nel Psdi a metà anni Ottanta e fino ai giorni nostri, rapporti organici con i clan casalesi di Francesco Schiavone, alias “Sandokan”, e di Ciccio Bidognetti, il famigerato “Cicciotto ’e mezzanotte”, favorendoli nella corsa a importanti appalti pubblici (soprattutto nel settore dei rifiuti) e giovandosi del loro appoggio per gli affari di famiglia, tutti ruotanti intorno all’Aversana Petroli, azienda di commercializzazione di combustibili per autotrazione gestita dai numerosi fratelli del leader del Pdl.

Stando a quanto è trapelato tra le fittissime maglie del segreto istruttorio, l’inchiesta che ha portato alla richiesta di misura cautelare avrebbe un solo indagato: il numero uno del centrodestra in Campania, l’uomo che dopo essersi impadronito di Forza Italia in virtù di un rapporto privilegiato e diretto con Silvio Berlusconi, ha allungato le mani anche sul nuovo partito, stabilendo un asse di ferro con Nicola Landolfi, altro casertano, di estrazione An. Le altre sette posizioni sono state stralciate: sarebbero funzionari e dirigenti dello Stato e politici, a carico dei quali i pm antimafia hanno richiesto l’arresto al Gip Piccirillo. Cinque i pentiti che parlano dei rapporti tra Cosentino e le organizzazioni criminali di Casal di Principe. Il primo è Dario De Simone, killer di fiducia di Bidognetti, che ai magistrati confessa: «Egli stesso (Cosentino, ndr) esplicitamente ci aveva detto di essere a nostra disposizione». È poi il turno di Domenico Frascogna, uomo di fiducia di Sandokan, che rivela l’insospettabile ruolo di “postino” svolto da Cosentino per recapitare pizzini al boss latitante. Carmine Schiavone, cugino del padrino e primo, storico, pentito della mafia casalese, ricostruisce invece i primi passi in politica del sottosegretario, indicandolo come candidato della famiglia alle elezioni comunali di Casal di Principe e alle provinciali.

Tuttavia questa è preistoria: De Simone, Frascogna e Schiavone raccontano fatti che si fermano agli inizi degli anni Novanta. L’indagine da cui è scaturita la richiesta d’arresto, invece, combina dichiarazioni dei pentiti di ultima generazione con gli affari sospetti delle società della famiglia del sottosegretario. Tra febbraio e ottobre 2008, infatti, su Cosentino riprende la “cantata” dei collaboratori. Il fuoco di fila delle accuse riparte da Michele Froncillo, che parla di contatti tra i Casalesi e Cosentino (ma anche altri politici, di destra e di sinistra) «finalizzati a vincere le gare di importanti opere pubbliche».

Ma i segreti più scottanti sono quelli che i pubblici ministeri dell’antimafia raccolgono da Gaetano Vassallo, già “ministro dei rifiuti” dei clan casalesi, l’uomo che, in un ventennio di sversamenti illegali di rifiuti tossici, ha avvelenato le campagne a ridosso tra le province di Napoli e Caserta. Vassallo ricostruisce il ruolo avuto da Cosentino nel consorzio Eco4 di Caserta, gestito dai fratelli Michele e Sergio Orsi. E, in un interrogatorio di un anno fa, raccontando di un incontro a casa del sottosegretario, rivela: «Sugli appalti per i rifiuti Cosentino mi disse che rispondeva solo ai Casalesi».

(L'Unità)

10 novembre 2009
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Questi mafiosi, sempre solidali l'uno con l'altro (per mafia intendo anche includere camorra e n'andragheta,tanto per specificare).
Gli italioti, devono decidersi da che parte stare, con l'Onestà e la Giustizia oppure dal lato dei delinquenti. Non credo, che chi vota PdL, si renda veramente conto del misfatto che commette, ora come ora, il 50% + x degli italiani ha preferito schierarsi dalla parte dei mafiosi, dei truffatori e degli evasori fiscali....nonchè utizzatori finali..e puttanieri. Buon pro.....

 Masaghepensu
(Ma se ci penso) 



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