giovedì 16 luglio 2009

Berlusconi detta l'agenda delle nuove “leggi vergogna”

















Editoriale di Alessandro Cardulli

Finita l'ubriacatura ‘gi-ottina’, i giornalisti che lo volessero, potrebbero tornare a scrivere di politica, ma non del chiacchiericcio in puro politichese. E' vero che il mondo dell'informazione scritta non se la passa bene. E' vero che il capo del governo indica anche i giornali cui non dare pubblicità. E' vero che ci sono licenziamenti, casse integrazione, disoccupazione, precariato, lavoro nero.

Tutto ciò provoca, senza dubbio, preoccupazioni, paure per il posto di lavoro che finiscono con il prevalere su quel codice della professione che parla di autonomia e libertà. Chi detta legge è l'editore o chi per lui. I poteri forti insomma. Il G8 ha costituito un paravento formidabile. Tutto era precotto, documenti presentati come il risultato del lavoro svolto durante pranzi e cene erano stati preparati dagli “sherpa”, dalle diplomazie, con riunioni durate anche diverse settimane. Le notizie non si avevano in diretta. Le conferenze stampa di Berlusconi erano preparate in modo tale che se qualcuno aveva voglia di chiedergli qualcosa a proposito di Noemi e di qualche escort, non c'era mai il tempo per farlo. Gli impegni di “papi” lo portavano altrove. Ha svolto un ruolo da padrone di casa, anfitrione, guida turistica, trasformando in uno spettacolo lo scenario, dolente e macabro, di una città distrutta. Tutti per qualche giorno hanno dimenticato che 22 mila persone vivono in tenda e che 30mila sono ospiti degli alberghi della riviera.

Dopo il morituro G8 i conti con la realtà
Ora si torna a fare i conti con la realtà, all'Aquila dove tutto ciò che serviva per il turismo dei "grandi" della terra e delle loro consorti e già stata smontato e la finzione lascia il posto ad in inferno giornaliero, tale e è la vita dei terremotati. Si torna alla realtà per quanto riguarda la vita nazionale anche se, in verità, la corte ministeriale berlusconiana ha continuato, proprio al riparo del G8, a lavorare per accelerare il percorso di leggi vergogna. Certo, sia la "corte "che lo stesso Berlusconi si sono ben guardati dal rispettare la tregua proposta dal presidente della Repubblica. Perchè questa parola che Napolitano torna ad usare quando indica la necessità , anche dopo il G8, di un rapporto civile fra governo e opposizione è entrata in un orecchio della maggioranza ed è uscita dall'altro. Doveva significare, per esempio, uno stop su riforme, si fa per dire, che mettono in dubbio lo stesso dettato costituzionale, che creano una profonda divisione non solo fra le forze politiche. Basterà ricordare il tentativo di accelerare la legge sul testamento biologico che, invece di garantire la scelta della persona in merito alla propria vita, annulla la libertà dell'individuo. Berlusconi ha bisogno di questa legge per tentare di recuperare un rapporto con il Vaticano, le gerarchie ecclesiastiche, a partire dalla conferenza dei vescovi che non hanno visto di buon occhio il “gaio e irresponsabile libertinaggio”. Papa Ratzinger non lo ha ricevuto come era stata proposto da Gianni Letta in modo informale. Del G8 si è fatto raccontare da Obama. L'approvazione di questa legge non potrebbe che far piacere al Vaticano e Berlusconi non può perdere l’occasione. Poi c'è la "riforma" cui tiene più di tutto il resto: l'eliminazione delle intercettazioni. Si dice che non dorma la notte e sia sempre in attesa di qualche registrazione pruriginosa sulle sue notti brave. Ancora: approvata la legge sulla sicurezza scritta da analfabeti, occorre intervenire subito sulla questione delle badanti e delle colf, mezzo milione di persone. Non si possono cacciare anche se la Lega lo vorrebbe. La soluzione che Maroni e Sacconi stanno proponendo è forse peggiore del male. Perché riguarda solo il lavoro domestico e questo, in sede europea, può essere impugnato come una chiara discriminazione nei confronti di altri lavoratori irregolari. Non solo: si potrebbero infatti spacciare come colf altre categorie, dai muratori ai camerieri, come affermano autorevoli giuristi che si occupano di immigrazione.

I magistrati come numeri del Lotto
La lista delle "riforme" da mettere in cantiere, calendarizzare come si dice, prima delle vacanze vede in pole position un'altra fissa berlusconiana: la giustizia, o meglio le modalità per mettere il bavaglio alla magistratura. Se ne occupa il ministro Alfano ma il suggeritore è l'avvocato on. Ghedini. Secondo le intenzioni della maggioranza, addirittura, i magistrati diventerebbero come numeri del Lotto, si estraggono a sorte. Nel frattempo Tremonti prepara il Dpef, documento di programmazione economica e finanziaria con cui andrà al confronto con le parti sociali e l'ineffabile Brunetta accelera sull'età pensionabile delle donne che, con un emendamento al decreto anticrisi, passerebbe rapidamente a 65 anni. Lo stesso governo però manda in pensione migliaia di dipendenti pubblici con quaranta anni di contributi e sotto i sessanta anni. Per il documento di programmazione, le indiscrezioni indicano linee guida all'insegna dell'ottimismo berlusconiano. Certo, il Pil nel 2009 cade fino a -5,2% ma non c'è da preoccuparsi basta fiducia nel futuro e ottimismo e, come per magia, la crisi è superata. Eppure proprio Berlusconi per ingraziarsi Obama durante il G8 commentando il suo pessimismo aveva detto che, in fondo, il presidente Usa è più competente di lui. Partito Obama torna l'ottimismo, tanto che nel Dpef le misure previste sono come "un'aspirina per curare una polmonite", stando a quanto dice il Nens, centro studi economici che fa capo agli ex ministri Bersani e Visco.

Un codice etico per ministri e premier
A completare lo scenario ed a rendere davvero difficili, quasi impossibili, i doverosi e ripetuti inviti di Napolitano, c'è un presidente del Consiglio che passata la nottata pensa che ormai tutto gli sia concesso, dalle feste, ai festini, alle escort nel "lettone", quello regalatogli da Putin, a dettar legge a opposizione ed anche agli alleati recalcitranti. "Ora è chiaro che comando io": è stata questa la prima battuta quando la salma del G8 era ancora calda. E durante le giornate aquilane non ha mancato di attaccare la sinistra, i comunisti, i giornali che lo criticano e altre amenità non proprio in linea con la prima tregua proposta da Napolitano. A fargli abbassare le ali può essere la mozione presentata dal Pd al Senato in cui si "dettano" le regole, anche in tema di etica della politica, per ministri e premier, che dovrebbe andare in aula fra il 20 e il 23 luglio. Regole morali vincolanti, un codice etico, che comportano coerenza tra comportamenti privati e vita pubblica e rispetto del decoro. Un'occasione da non perdere per un'opposizione, spesso troppo distratta.

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