lunedì 22 giugno 2009

Referendum e ballottaggi In calo l'affluenza alle urne

22/6/2009
ELEZIONI 2009




Sfide a Milano, Torino e Firenze
TORINO
Ritorno alle urne sotto la pioggia ieri, a due settimane dalle europee e dal primo turno delle amministrative. Si è votato per eleggere i sindaci di un centinaio di comuni (16 dei quali sono città capoluogo), i presidenti di 22 province, e per il referendum che investe la legge elettorale. Ma l’entusiasmo degli elettori, in questa prima giornata di consultazioni, è apparso piuttosto scarso.

L’affluenza ai seggi è stata bassa, soprattutto per i referendum, che alle 19 ha registrato una quota poco sopra l’16%.

È andata meglio per le amministrative e in particolare per le comunali, con un 32,9% che si raffronta con il 22,2% delle provinciali: segno che il governo delle città sta particolarmente a cuore alla gente e rappresenta un livello istituzionale che tocca interessi molto vicini ai cittadini.

I duelli per la poltrona di sindaco vedono in ballo molte sfide importanti, che costituiscono altrettanti test politici. Basti dire che si vota per eleggere il primo cittadino sia a Bologna sia a Ferrara, due città tradizionalmente «rosse» in cui, in quest’occasione, il candidato del centrosinistra non è riuscito a spuntarla al primo turno. A Bologna, reduce dall’amministrazione Cofferati, Flavio Delbono, centrosinistra, due settimane fa non ce l’ha fatta per un soffio. E ora deve vedersela con Alfredo Cazzola. Tra i due, negli ultimi giorni, è stata guerra aperta sul terreno della cosiddettà moralità e la faccenda è finita in Procura.

Riflettori puntati anche su Padova, dove è testa a testa tra Flavio Zanonato (centrosinistra) e Marco Marin (centrodestra) e si attende di capire se l’apporto della Lega sarà determinante. Proprio nella città veneta, tra l’altro, questa sera durante un corteo di circa due-tremila persone provenienti dai festeggiamenti per la promozione in B del Calcio Padova, alcuni tifosi hanno intonato cori contro Zanonato e sono stati staccati a forza tabelloni e manifesti dalla vetrina dell’ufficio dei sostenitori del candidato.

Al sud tra i confronti più importanti spicca quello di Bari, anche a seguito dell’inchiesta sul giro di escort e sulle feste nella residenza romana del premier: nel capoluogo pugliese si fronteggiano Michele Emiliano (centrosinistra) e Simone Di Cagno Abbrescia (centrodestra).

Per quanto riguarda le provinciali, Torino e Milano sono sicuramente gli appuntamenti a cui si guarda con maggiore attenzione. Ma c’è grande attesa anche per i risultati di Ferrara, Arezzo, Parma, Rimini, territori tradizionalmente di centrosinistra che si ritrovano allo spareggio. Sul complesso dei ballottaggi, tra l’altro, pende anche l’incognita degli elettori dell’Udc, visto che il partito di Casini e Cesa ha optato per la strada dell’autonomia, apparentandosi in alcuni casi col centrodestra e in altri - ad esempio in Puglia, per le provinciali di Lecce, Taranto e Brindisi - col centrosinistra. A Milano ha addirittura scelto di non schierarsi, lasciando liberi gli elettori.

Il capoluogo lombardo si segnala, tra l’altro, per un nuovo boom di rinunce da parte degli scrutatori: in totale sono 1.364 quelli che hanno dato forfait. Tra loro 42 presidenti di seggio nelle ultime 24 ore. Un replay di quello che già era avvenuto due settimane fa.
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E....magari è un bene per il Paese, che il referendum finisca a questo modo......
Masaghepensu
(Ma se ci penso)

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