Ostellino, il Cavaliere e la Contessa
Interrompo il lungo digiuno involontario che mi ha tenuto lontano dal blog per segnalare ai lettori una vera perla.
L'intervista concessa oggi da Piero Ostellino a Guido Mattioni del Giornale va letta per intero. Il titolo declama: "Il premier come Cavour per tornare tra i grandi". E' virgolettato e, anche se è una piccola forzatura formale perché la frase alla lettera non si ritrova nel testo, è sostanzialmente fedele al pensiero dell' "inguaribile grande liberale" intervistato.
Ostellino sostiene che se è vero che il nostro paese "non potrà mai essere considerato alla stessa stregua di nazioni come Francia, Germania o Gran Bretagna" tuttavia Berlusconi è in grado di colmare il divario "per la sua intrinseca personalità, per quel suo essere un uomo di straordinarie capacità relazionali". Su questa base potrà svolgere un ruolo decisivo per collocare l'Italia in uno strategico ruolo di mediazione tra i grandi.
E per farsi capire Ostellino chiede e ottiene di poter avanzare un paragone storico. Testuale: "Il paragone è che oggi, su questo scenario, il ruolo di Berlusconi e del nostro Paese ricorda molto quello - e fu straordinario - esercitato dal Conte di Cavour facendo appunto giocare l'Italia in posizione di forza tra le grandi potenze dell'epoca."
Ogni commento è superfluo. Si potrebbe ricordare a Ostellino che le straordinarie capacità relazionali Cavour le delegava tutte alla Contessa di Castiglione e alla sua particolare inventiva diplomatica.
Pancho Pardi
(17 giugno 2009)
(Micromega)


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