ddl intercettazioni ed è bagarre.
I sì sono stati 318, 224 i no, un solo astenuto
La Camera approva il ddl intercettazioni ed è bagarre. Idv: «Proteggete i ladri»
Il testo passa al Senato. Berlusconi presenta alla seduta, voto a scrutinio segreto. Dai banchi del Pdl: «Buffoni»
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ROMA - La Camera dice sì al ddl sulle intercettazioni, dopo che il governo ha ottenuto la fiducia. I sì sono stati 318, 224 i no, un solo astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.
SCRUTINIO SEGRETO - La votazione finale si è tenuta a scrutinio segreto: lo ha indicato il presidente della Camera Gianfranco Fini, spiegando che la richiesta è stata avanzata dal gruppo del Pd. A tutta la seduta ha presenziato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, seduto accanto al ministro della Giustizia Angelino Alfano.
IDV: «VERGOGNA» - Dopo la lettura del voto in Aula è scoppiata la bagarre. Dai banchi dell'Italia dei Valori tuona la protesta, con cartelli come: «Libertà di informazione cancellata», «Vergogna», «Oggi è morta la libertà di informazione uccisa dall'arroganza del potere», «Pdl: protegge i delinquenti e ladri». Immediato l'intervento dei commessi per tentare di bloccare i deputati che protestavano, mentre il presidente Fini dichiarava sospesa la seduta. Dai banchi del centrodestra si è levato un coro: «Buffoni, buffoni!». Un «testa vuota» era volato già prima in aula, questa volta però gridato dai banchi della Lega durante l'intervento del capogruppo Idv Massimo Donadi, che anche oggi ha usato parole di fuoco per bocciare il disegno di legge.
ALFANO - Il ministro Alfano si è detto soddisfatto per l'esito del voto. «Abbiamo preso 20 in più dei nostri. Il voto segreto ci ha premiato, visto che nel computo dei voti a favore ci sono 20 voti in più rispetto a quelli della maggioranza. Significa che circa il 20% dell’opposizione condivide le nostre tesi». «Ora chiederemo una rapida lettura da parte del Senato - ha aggiunto Alfano -. Crediamo di aver prodotto un testo che dopo un anno di lavoro ha raggiunto un punto di equilibrio ragguardevole tra la tutela della privacy e delle indagini, l'articolo 15 e l'articolo 21 della Costituzione».
11 giugno 2009


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