» 2009-06-16
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| (di Manuela Tulli)
In una tendopoli dell'Abruzzo, a oltre due mesi dalla grande scossa, c'é anche Gioconda Mattia, 106 anni. Vive in una tenda al campo del Rugby perché l'alternativa sarebbe stata la grande palestra adibita a ricovero per gli anziani e lei ha scelto di restare invece con figli e nipoti. A Colle Rojo in un container vive invece Stella, 102 anni. Anche lei, nata oltre un secolo fa, ha voluto restare nella sua terra invece che trasferirsi a Bergamo, dove avrebbe potuto dormire in una casa vera. E' "emergenza anziani" nelle tendopoli abruzzesi: la denuncia arriva dalla Cgil che oggi ha presentato in una conferenza stampa un'inchiesta di 'Libereta'', il giornale del sindacato pensionati, secondo la quale L'Aquila é diventata "un cronicario a cielo aperto". Il 70% degli accampati nelle tendopoli ha più di 65 anni.
Tra questi ci sono anche 4.000 anziani con più di 75 anni. E i problemi sono tanti, dal clima alla cura delle malattie, dalla difficoltà a provvedere alla propria igiene alla depressione. "Vogliamo denunciare una condizione - ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - che richiede più attenzione, quella dell'alta percentuale di anziani che a due mesi del terremoto vive ancora nelle tendopoli. Debbono avere la priorità in una nuova sistemazione e vigileremo affinché questa nostra denuncia non cada nel vuoto". La Cgil oggi ha preso parte anche al presidio organizzato dai sindaci della zona e dai comitati delle tendopoli davanti a Montecitorio. "La situazione è gravissima - ha aggiunto il segretario generale dei pensionati Cgil, Carla Cantone -, bisogna togliere gli anziani dalle tende perché per loro lì la vita è insostenibile e dargli una sistemazione più dignitosa nello stesso territorio dal quale non vogliono separarsi. Il rischio é che con l'arrivo dell'inverno molti di loro non ce la faranno".
Lo Spi intanto ha raccolto 500.000 euro che verranno destinati alla realizzazione di una struttura sociale. Il Sindacato Pensionati della Cgil nella sua inchiesta ha anche sentito medici e psicologi. Visitando i campi-tenda è emerso che "gli anziani vivono - dicono i sindacalisti - in uno stato di profonda prostrazione, disagio, spaesamento. Il terremoto ha tolto loro qualsiasi idea di futuro". Ma ci sono anche vere e proprie patologie legate alla vita in tenda: polmoniti, bronchiti, confusione mentale, disidratazione. A raccontare la vita nei campi, a due mesi dalla tragedia, è stata Roberta Brivio, coordinatrice degli psicologi del Campo di Coppito: "Al Campo di piazza D'armi - riferisce la volontaria - ci sono ancora 1.800 persone di 21 etnie diverse con problemi anche di ordine pubblico. Gli anziani, che sono tanti, hanno paura di uscire dalle loro tende e spesso il loro sguardo sembra perso nel vuoto. L'attenzione sull'Abruzzo sta calando e invece l'emergenza non è finita". (manuela.tulli@ansa.it) | | |
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