L'amore ai tempi della destra....
28/5/2009 (7:19) - CASO NOEMI - IL COSTUME
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| Il ministro Franco Frattini con Chantal Sciuto |
Da Frattini a Carfagna: nel nuovo governo Berlusconi una nuova stagione di passioni
MATTIA FELTRI
ROMA
Tutti giovani e belli, tutti innamorati, tutti coetanei di Noemi. Hanno tutti la faccia di Renato Brunetta, gongolante e stupefatto di sé a fianco della bella bionda, e hanno tutti l’improvvisa e incontenibile vigoria adolescenziale di Gianfranco Fini, accarezzato sulla barca e senza pudori da Elisabetta Tulliani. E’ un vero peccato che il quarto governo Berlusconi non passerà alla storia per queste primaverili tempeste del cuore - offuscate da cupe crisi economiche e devastanti cataclismi naturali - perché la straordinarietà dell’esecutivo risiede nel consenso e soprattutto nell’esplosione di giovanili sensi. E se lo sdoganamento dell’eterna giovinezza, specialmente dal punto di vista estetico e lessicale, appartiene a Silvio Berlusconi, la messa in pratica appartiene alla sua squadra con l’intero armamentario di mani nelle mani, di mani dappertutto, di scollature, di esibizione gioiosa, di fluidi incontenibili.
C’è per esempio Franco Frattini, titolare degli Esteri, che si piglia e si molla con Chantal Sciuto (la visagista delle dive) seguendo le modalità in uso, pare l’sms, e pure il comunicato stampa che dopo soli nove mesi di fidanzamento l’abbandonata diffonde, carico di dolore e rancore, come facevano le ragazze di liceo per salvare l’onore con le amiche. Ma lui, incurante del lutto provocato, già passa a miglior compagnia e sulla sua pagina di Facebook appaiono la foto e l’indole di una fanciulla rigogliosa, la ventottenne Manuela, che innalza ai cieli la voglia di vivere: «Ogni anno, quando l’estate inizia a farsi sentire, si risveglia in me, fuoco... passione... solarità... con quella sabbia che accarezza la pelle e risveglia i sensi». Sono slanci precari e senza fiato, tutta roba seria e ginnasiale. C’è Sandro Bondi che su Vanity Fair dedica le poesie alle genti genuine di Novi Ligure, che non è propriamente l’ombelico del mondo ma la patria di Manuela Repetti, la bionda quarantenne che nel coordinatore del partito - già sposato e già padre - ha risvegliato trasporti sopiti nella dedizione alla causa. Girano ovunque, mano nella mano, e lui pieno di linfa la presenta a chiunque per quella che è, la vita nova.
Sono i piccoli gesti universali. Questioni seppellite dai coetanei o nascoste nelle stanze d’albergo. Renato Brunetta confessa in tv che, giunto zitello a cinquantotto anni, ha finalmente trovato la donna perfetta, condividono l’interesse per le case, per l’arredamento d’interni, e lui nelle notti libere si mette alla scrivania e disegna seggiole, poltrone, tavolini, e li presenta al salone del mobile sotto la sigla TT, che starebbe per Titti, la bella signora dell’ennesimo riscatto di un ex ragazzo che vendeva gondolette a Lista di Spagna, Venezia. E c’è tempo. Il governo ha poco più di un anno e una sola estate alle spalle. Quanti ardori si consumeranno nei burocrati petti nei molti mesi a venire? Quante foto come quella di Mariastella Gelmini, seduta ai tavolini del bar e improvvisamente protesa verso il geologo bergamasco Giorgio Patelli per un bacio voluto più di un ministero?
Quante foto come quella di Mara Carfagna al ristorante con Marco Mezzaroma, e i famigerati occhioni spalancati solo per lui? A loro il destino ha ridato indietro - come sognava Roberto Vecchioni - una 600 e i vent’anni, li vedi dentro la macchina avvinghiati come ai tempi in cui l’amore non aveva (e non pretendeva) altra sede. Ha un bel dire Emma Bonino. Lei, che a «Diva e Donna» confessò un falso filarino per consegnare alla stampa l’indegnità moderna: «Vedete? Non avevo altro modo di far parlare di me». I giornali saranno colmi di peccati ma, intanto che a sinistra ci si occupa di pubblica morale, a destra si spogliano, si stendono al sole e sulle barche, mostrano corpi esultanti. Giorgia Meloni al largo di Ponza sorride a un misterioso giovanotto. Ed è un tripudio irruento in Gianfranco Fini: chi se le è perse le istantanee di Porto Ercole? Lei a carezzare i suoi turgori, lui le sue morbidezze. Ora arriva la seconda figlia, la prima ha diciotto mesi e, per causa di Elisabetta, Fini litigò con Berlusconi («con la Cdl ho chiuso») perché Striscia la notizia insisteva sui precedenti della ragazza con Luciano Gaucci.
Insomma, fanno cose così, bisticciano, sospirano, squadernano il manuale di Peynet: c’è Roberto Calderoli che dissemina il giardino di rossetti per convincere la nuova fidanzata a ripopolarlo con un’orsa. E lei cede perché Roberto, dice, è tanto diverso da come viene dipinto. E anche se adesso è candidata per la Lega alla Provincia di Cuneo, è la dimostrazione che la politica è un accidente, quello che conta è amarsi da imberbi, totalmente e fragilmente. Ben prima di Noemi, ben oltre Noemi.
(La Stampa)
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Primavera: il risveglio della "natura"...........
Masaghepensu
Tutti giovani e belli, tutti innamorati, tutti coetanei di Noemi. Hanno tutti la faccia di Renato Brunetta, gongolante e stupefatto di sé a fianco della bella bionda, e hanno tutti l’improvvisa e incontenibile vigoria adolescenziale di Gianfranco Fini, accarezzato sulla barca e senza pudori da Elisabetta Tulliani. E’ un vero peccato che il quarto governo Berlusconi non passerà alla storia per queste primaverili tempeste del cuore - offuscate da cupe crisi economiche e devastanti cataclismi naturali - perché la straordinarietà dell’esecutivo risiede nel consenso e soprattutto nell’esplosione di giovanili sensi. E se lo sdoganamento dell’eterna giovinezza, specialmente dal punto di vista estetico e lessicale, appartiene a Silvio Berlusconi, la messa in pratica appartiene alla sua squadra con l’intero armamentario di mani nelle mani, di mani dappertutto, di scollature, di esibizione gioiosa, di fluidi incontenibili.
C’è per esempio Franco Frattini, titolare degli Esteri, che si piglia e si molla con Chantal Sciuto (la visagista delle dive) seguendo le modalità in uso, pare l’sms, e pure il comunicato stampa che dopo soli nove mesi di fidanzamento l’abbandonata diffonde, carico di dolore e rancore, come facevano le ragazze di liceo per salvare l’onore con le amiche. Ma lui, incurante del lutto provocato, già passa a miglior compagnia e sulla sua pagina di Facebook appaiono la foto e l’indole di una fanciulla rigogliosa, la ventottenne Manuela, che innalza ai cieli la voglia di vivere: «Ogni anno, quando l’estate inizia a farsi sentire, si risveglia in me, fuoco... passione... solarità... con quella sabbia che accarezza la pelle e risveglia i sensi». Sono slanci precari e senza fiato, tutta roba seria e ginnasiale. C’è Sandro Bondi che su Vanity Fair dedica le poesie alle genti genuine di Novi Ligure, che non è propriamente l’ombelico del mondo ma la patria di Manuela Repetti, la bionda quarantenne che nel coordinatore del partito - già sposato e già padre - ha risvegliato trasporti sopiti nella dedizione alla causa. Girano ovunque, mano nella mano, e lui pieno di linfa la presenta a chiunque per quella che è, la vita nova.
Sono i piccoli gesti universali. Questioni seppellite dai coetanei o nascoste nelle stanze d’albergo. Renato Brunetta confessa in tv che, giunto zitello a cinquantotto anni, ha finalmente trovato la donna perfetta, condividono l’interesse per le case, per l’arredamento d’interni, e lui nelle notti libere si mette alla scrivania e disegna seggiole, poltrone, tavolini, e li presenta al salone del mobile sotto la sigla TT, che starebbe per Titti, la bella signora dell’ennesimo riscatto di un ex ragazzo che vendeva gondolette a Lista di Spagna, Venezia. E c’è tempo. Il governo ha poco più di un anno e una sola estate alle spalle. Quanti ardori si consumeranno nei burocrati petti nei molti mesi a venire? Quante foto come quella di Mariastella Gelmini, seduta ai tavolini del bar e improvvisamente protesa verso il geologo bergamasco Giorgio Patelli per un bacio voluto più di un ministero?
Quante foto come quella di Mara Carfagna al ristorante con Marco Mezzaroma, e i famigerati occhioni spalancati solo per lui? A loro il destino ha ridato indietro - come sognava Roberto Vecchioni - una 600 e i vent’anni, li vedi dentro la macchina avvinghiati come ai tempi in cui l’amore non aveva (e non pretendeva) altra sede. Ha un bel dire Emma Bonino. Lei, che a «Diva e Donna» confessò un falso filarino per consegnare alla stampa l’indegnità moderna: «Vedete? Non avevo altro modo di far parlare di me». I giornali saranno colmi di peccati ma, intanto che a sinistra ci si occupa di pubblica morale, a destra si spogliano, si stendono al sole e sulle barche, mostrano corpi esultanti. Giorgia Meloni al largo di Ponza sorride a un misterioso giovanotto. Ed è un tripudio irruento in Gianfranco Fini: chi se le è perse le istantanee di Porto Ercole? Lei a carezzare i suoi turgori, lui le sue morbidezze. Ora arriva la seconda figlia, la prima ha diciotto mesi e, per causa di Elisabetta, Fini litigò con Berlusconi («con la Cdl ho chiuso») perché Striscia la notizia insisteva sui precedenti della ragazza con Luciano Gaucci.
Insomma, fanno cose così, bisticciano, sospirano, squadernano il manuale di Peynet: c’è Roberto Calderoli che dissemina il giardino di rossetti per convincere la nuova fidanzata a ripopolarlo con un’orsa. E lei cede perché Roberto, dice, è tanto diverso da come viene dipinto. E anche se adesso è candidata per la Lega alla Provincia di Cuneo, è la dimostrazione che la politica è un accidente, quello che conta è amarsi da imberbi, totalmente e fragilmente. Ben prima di Noemi, ben oltre Noemi.
(La Stampa)
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Masaghepensu


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