mercoledì 1 aprile 2009

Da "Il Cittadino Canadese" di Montréal -- LA "LUCIDA FOLLIA" DI BERLUSCONI SI CHIAMA PDL

Da "Il Cittadino Canadese" di Montréal -- LA "LUCIDA FOLLIA" DI BERLUSCONI SI CHIAMA PDL
Postato alle 00:56 di mercoledì, 01 aprile 2009
da: [Masaghepensu] - Da "Il Cittadino Canadese" di Montréal - Pubblicato sul numero del 1º Aprile 09

Il Punto di Agostino Giordano

LA "LUCIDA FOLLIA" DI BERLUSCONI SI CHIAMA PDL

"L'Italia non ha mai avuto una vera rivoluzione liberale. Oggi abbiamo l'ambizione di colmare questo vuoto". Sono parole di Silvio Berlusconi, pronunciate nel discorso di apertura del Congresso fondativo del PdL, il 27 marzo 2009. Il sogno di dare vita ad un nuovo grande partito, che raccolga tutti i moderati che non si riconoscono nella sinistra, si è avverato. A quindici anni (1994) dalla sua discesa in campo con "Forza Italia", Berlusconi ha compiuto un altro miracolo politico. La nascita del PdL. All'azzeramento del pentapartito – operato da un manipolo di toghe rosse spalleggiate dalla sinistra - Berlusconi, nel 1994, rispondeva con un gesto di "lucida follia", la creazione di "Forza Italia", per contrastare la presa del potere da parte della sinistra. 15 anni ci sono voluti per passare da un "partito-azienda" - come lo si accusava – ad un partito vero, con una leadership forte, animato dalla voglia di cambiare l'Italia. Vincere le elezioni a pochi mesi dalla sua discesa in campo - concretizzatasi grazie all'alleanza con forze diverse come Alleanza Nazionale, Lega e Udc - costituì per Berlusconi un'operazione politica di rara perizia. Il popolo italiano capì subito - e lo espresse attraverso il voto - che stava nascendo qualcosa di nuovo in l'Italia. Il Novecento volgeva al termine, si parlò di "fine della prima repubblica". Alla diffusa frammentazione partitica il popolo italiano cominciava a preferire il bipolarismo, le coalizioni. Qualcuno cominciava a parlare di bipartismo, in anticipo sui tempi. Ma iniziava il nuovo secolo, e ci si poteva permettere anche di sognare. A destra, come a sinistra, iniziava la stagione delle amalgame, delle alleanze, delle fusioni. Berlusconi, prima degli altri, aveva già prefigurato un nuovo grande partito per i moderati di centrodestra, e il popolo dei gazebo ne aveva plebiscitariamente scelto anche il nome:"Popolo della Libertà". E le elezioni del 2008 furono per il PdL - che unificava per la prima volta Forza Italia e Alleanza Nazionale - il banco di prova decisivo, in vista della fondazione del partito unico dei moderati di centrodestra. Un successo. La prima volta, nella storia italiana, che il popolo moderato italiano sceglieva un partito prima che questo fosse `notarilmente' costituito. A sinistra, Veltroni, ha voluto copiare il PdL, tentando la fusione "a freddo" tra Ds e Margheritini, ma i risultati, disastrosi, sono sotto gli occhi di tutti. Insomma, dopo 15 anni di alleanza, FI e An - assieme ad altre piccole formazioni di centrodestra – sono confluite nel Popolo della Libertà. A destra la semplificazione partitica è una realtà. Si chiama PdL. E raccoglie il 44% dei voti degli italiani. Primo partito d'Italia e primo partito all'interno del Partito Popolare Europeo. Con la prospettiva di arrivare in poco tempo al 51% dei consensi, e raggiungere quella maggioranza assoluta che non riuscì neanche a De Gasperi. Il momento è storico e gli italiani l'hanno capito. Il centro-destra ha un partito, un leader, un programma e una solida maggioranza parlamentare e popolare. Ma se la rivoluzione liberale inizia col PdL, va continuata con la riforma della Costituzione e del Parlamento. Non può il Paese reale correre più delle sue istituzioni: a problemi impellenti si risponde con scelte rapide. E la serietà di uno Stato si misura anche dal potere reale che ha il suo Premier. Il PdL è un'invenzione di Berlusconi, condivisa da Fini: è la risposta giusta all'esigenza di libertà e di modernità della maggioranza degli italiani. La sinistra ha perso 15 anni nel demonizzare Berlusconi. Berlusconi ha impiegato 15 anni per convincere, con i fatti, il 44% degli italiani a seguirlo nel PdL. Farlo crescere al 51% non è impresa impossibile. E per riuscirci è essenziale che il PdL metta radici nel territorio. Ma la rivoluzione dei moderati è iniziata. L'Italia si può cambiare. Anzi, si deve.

Succede anche questo. Non c'è nulla di cui meravigliarsi. Ecco perché è importante informare, per smascherare queste spudorate menzogne.

(Dall'Amico Carmine di Montreal)

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